Bloomer
Amelia
e le altre
di Oriana Maroni
Quando sulla città, fra il 1943 e il 1944, si abbatte la furia della guerra e la popolazione fugge nei paesi vicini, rimangono loro: la Bibliotecaria e Amelia, la maestra che ha in custodia l’archivio dell’Asilo cittadino. La città è sul punto di sparire e la Bibliotecaria decide di scrivere, per impedire che la memoria si dissolva. Le storie sono come i talismani, proteggono le città. Tutto ciò che rappresenta la memoria deve essere messo in salvo: quadri, monumenti, reperti preziosi, libri. È una corsa contro il tempo. Per le strade abbandonate girano solo i soldati tedeschi, e con loro i fascisti, famelici come lupi mannari, impietosi fino alla crudeltà, capaci di mandare alla forca, nella piazza principale, tre giovanissimi gappisti. Una storia di sentimenti che racconta di una città piegata e distrutta dalla guerra, e nella città la Biblioteca, in cui i fatti della Storia incontrano le storie di vite minute. Di donne che osano pensare un destino diverso e sanno prendersi cura di ciò che amano, tracciando una possibile salvezza dalla follia della guerra
L'autorice
Oriana Maroni, bibliotecaria, a lungo responsabile dei Fondi moderni della Biblioteca Gambalunga di Rimini, di cui è stata direttrice, ha curato mostre e libri sulle sue collezioni, sulla storia di Rimini, archivi e biblioteche privati, fra cui quella di Federico Fellini. Studiosa di storia contemporanea, è interessata alle storie degli individui, a cui ha dedicato saggi e biografie.
2024
Pagine 90
Versione cartacea € 12,00
ISBN 979-12-80232-99-1
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Rassegna stampa
Quando sulla città, fra il 1943 e il 1944, si abbatte la furia della guerra e la popolazione fugge nei paesi vicini, rimangono loro: la Bibliotecaria e Amelia, la maestra che ha in custodia l’archivio dell’Asilo cittadino. La città è sul punto di sparire e la Bibliotecaria decide di scrivere, per impedire che la memoria si dissolva. Le storie sono come i talismani, proteggono le città. Tutto ciò che rappresenta la memoria deve essere messo in salvo: quadri, monumenti, reperti preziosi, libri. È una corsa contro il tempo. Per le strade abbandonate girano solo i soldati tedeschi, e con loro i fascisti, famelici come lupi mannari, impietosi fino alla crudeltà, capaci di mandare alla forca, nella piazza principale, tre giovanissimi gappisti. Una storia di sentimenti che racconta di una città piegata e distrutta dalla guerra, e nella città la Biblioteca, in cui i fatti della Storia incontrano le storie di vite minute. Di donne che osano pensare un destino diverso e sanno prendersi cura di ciò che amano, tracciando una possibile salvezza dalla follia della guerra
L'autorice
Oriana Maroni, bibliotecaria, a lungo responsabile dei Fondi moderni della Biblioteca Gambalunga di Rimini, di cui è stata direttrice, ha curato mostre e libri sulle sue collezioni, sulla storia di Rimini, archivi e biblioteche privati, fra cui quella di Federico Fellini. Studiosa di storia contemporanea, è interessata alle storie degli individui, a cui ha dedicato saggi e biografie.
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Anita
Garibaldi
di Sfinge, a cura di Marco Sassi, con una Prefazione di Annita Garibaldi e illustrazioni originali.
Questa breve storia di Anita Garibaldi fu scritta da una donna per le donne. Pubblicata nel dicembre 1905 sulle pagine delle rivista «Nuova antologia di lettere, scienze e arti», ebbe un immediato successo. Finalmente si tentava di descrivere l’eroina del Risorgimento come una figura a sé stante e non come il riflesso del grande e amatissimo compagno. Anita inizia così ad avere contorni propri, nitidi e definiti, diventando protagonista di una storia che per anni l’aveva spinta ai margini. Ma c’è di più: in queste pagine, grazie ad un fortunato ritrovamento, per la prima volta in assoluto il pubblico poteva vederla in volto. Perché di Anita si erano perse anche le vere fattezze.
SFINGE, pseudonimo della contessa Eugenia Codronchi Argeli (Imola 1865 – Castel San Pietro 1934), è stata una scrittrice e pubblicista molto prolifica. Autrice di romanzi e novelle che le diedero una buona notorietà all’epoca, si occupò attraverso alcune biografie storiche anche del ruolo femminile. Condusse un’esistenza per certi versi enigmatica, costellata di viaggi e amicizie negli ambienti culturali italiani ed europei, sempre condivisa con Bianca Belinzaghi, compagna straordinaria di una vita.
2021
Pagine 122
Versione cartacea € 15,00
ISBN 979-12-80232-43-4
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Questa breve storia di Anita Garibaldi fu scritta da una donna per le donne. Pubblicata nel dicembre 1905 sulle pagine delle rivista «Nuova antologia di lettere, scienze e arti», ebbe un immediato successo. Finalmente si tentava di descrivere l’eroina del Risorgimento come una figura a sé stante e non come il riflesso del grande e amatissimo compagno. Anita inizia così ad avere contorni propri, nitidi e definiti, diventando protagonista di una storia che per anni l’aveva spinta ai margini. Ma c’è di più: in queste pagine, grazie ad un fortunato ritrovamento, per la prima volta in assoluto il pubblico poteva vederla in volto. Perché di Anita si erano perse anche le vere fattezze.
SFINGE, pseudonimo della contessa Eugenia Codronchi Argeli (Imola 1865 – Castel San Pietro 1934), è stata una scrittrice e pubblicista molto prolifica. Autrice di romanzi e novelle che le diedero una buona notorietà all’epoca, si occupò attraverso alcune biografie storiche anche del ruolo femminile. Condusse un’esistenza per certi versi enigmatica, costellata di viaggi e amicizie negli ambienti culturali italiani ed europei, sempre condivisa con Bianca Belinzaghi, compagna straordinaria di una vita.
2021
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